Commenti: 31
  • #31

    Sari (lunedì, 18 dicembre 2017 21:49)

    So che verrai


    So già che verrai e
    scenderai dalla slitta
    piano piano, trascinando
    il tuo sacco di regali.
    So che verrai a sederti
    nella mia privatissima
    stanza, sulla vecchia
    poltrona, brontolando.
    Ti verserò da bere e parleremo
    fra vecchi; e chiederò

    ragione della tua fatica
    d'esser vecchio da sempre.
    Tu mi dirai che è duro nascer ciechi,
    ma che è più duro diventarlo,
    per chi la gioventù conobbe
    ed ora si disfà, come un bimbo lontano.
    E se riuscissi, dal sogno alla realtà

    a scambiare le parti ed a lasciarti,
    seduto a questa tavola imbandita
    di sogni che si sciupan, piano piano?
    Eccomi sulla slitta, con le briglie
    delle docili renne fra le mani,
    con la certezza d'esser vecchio oggi,
    con la certezza d'esserci domani.

    Giba

  • #30

    espero (sabato, 04 novembre 2017 17:01)

    Perché sono andata in pensione anticipata
    Cari colleghi, non è un saluto accademico, né un curriculum vitae, perché non ho vissuto da accademica all’interno della nostra università. Forse ho sbagliato, forse ho sottostimato il ruolo che ho occupato, ma la mia natura mi porta a cercare rapporti di fiducia, d’amicizia che superano la relazione accademica , senza togliere a quest’ultima nulla del suo valore di solidarietà, di competenza e di condivisione del sapere.
    Mi ritiro volontariamente dal lavoro a 57 anni ( vado in pensione) perché ho consumato le energie e non mi sento più in grado di proporre e di programmare nulla che sia alla portata della professionalità richiesta ad un professore.
    Da quando ho 23 anni , ho lavorato ed insegnato all’interno dell’area di insegnamento della Medicina del Lavoro. Ho iniziato con grande passione , perché molto c’era da fare e molto mi colpivano le situazioni di rischio gravoso in cui si trovavano i lavoratori , addetti a lavori di fabbrica , pesanti e pericolosi . E così erano.
    Ora non è più così gravoso, non si muore di lavoro , salvo alcuni casi che la cronaca ci porta in primo piano; una legge , che è arrivata troppo tardi quando ormai molti danni si erano compiuti,( ma nel nostro paese si sa si legifera quando ormai il danno è fatto), protegge adeguatamente la salute di tutti i lavoratori.
    Ho sempre detto agli studenti che qualunque specialità avessero fatto, dovevano sapere prima di tutto che la persona che portava loro i suoi sintomi di malessere, lievi o gravi che fossero, era prima di tutto un lavoratore , per 8 ore al giorno, per 5 giorni la settimana , per una intera vita lavorativa, e li invitavo a non escludere mai che tali sintomi fossero quantomeno correlati alla loro attività lavorativa.
    E’ superfluo dire che mi dispiace lasciare una università e una facoltà così prestigiose , ma il prestigio lo fanno gli uomini che ci lavorano, ed io non ritengo di riuscire a sostenerlo per altro tempo ancora. Ho già affermato che ho lavorato con passione , ma problemi interni alla mia famiglia di provenienza e a quella che mi sono costruita mi hanno impegnato moltissimo ed esaurita nelle risorse interiori ed intellettive , per lo meno al di sotto del livello cui penso debbano manifestarsi tali risorse affinché possano essere trasmesse prima agli studenti e quindi alla società di cui diverranno artefici futuri.
    Ringrazio tutti coloro che mi hanno stimata aiutandomi e forse, ma spero di no, anche sopportando il mio carattere e il mio modo di esprimermi e di agire facilmente fraintesi.Auguro una buona continuazione a tutti e credo che non dimenticherò mai nessuno,spero cioè che la memoria si fermi al ricordo e non prosegua verso la nostalgia o l’oblio,salute permettendo.
    -Ci sono due cose che mi riempiranno sempre di meraviglia : il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me (Kant)- quali 2 punti di riferimento che non mi hanno mai abbandonato.
    Elisabetta Crovato 31 gennaio 2007

  • #29

    Maiolieto (giovedì, 26 ottobre 2017 11:26)

    Quante sono troppo poche le persone adulte e anziane che si sentono A SERVIZIO - di reale aiuto - dei fanciulli/fanciulle, degli e delle adolescenti e dei e delle giovani. Egoisticamente pretendiamo che siano come noi ed invece esse ed essi devono e vogliono crescere diversamente da noi.

  • #28

    Mariolieto (mercoledì, 11 ottobre 2017 15:21)

    STELVIA carissima.
    Il mio numero 26 non è altro che un "Inno alla MUSICA" come l'ho trovato espresso dai giovani su una rivista. Tutto qui; sia da condividere che da criticare... a piacimento di ciascuna e di ciascuno.

  • #27

    Stelvia (mercoledì, 11 ottobre 2017 11:19)


    Mario carissimo, il tuo no. 26 me lo spieghi ?
    Grazie :)

  • #26

    Mariolieto (lunedì, 09 ottobre 2017 19:12)

    QUANDO LA VITA È UNA COLONNA SONORA

    «È una seconda mamma per me». (Antonio, 25 anni).
    «È amica, confidente, connessione con un ente superiore». (Valeria, 18 anni).
    «Ha tirato fuori il meglio di me». (Andrea, 24 anni).

  • #25

    Mariolieto (sabato, 30 settembre 2017 22:20)

    NOTTE...

    Notte buia e profonda
    il silenzio avvolge ogni cosa...
    La solitudine
    si anima di pensieri
    e i pensieri si fanno emozioni
    e le emozioni
    accarezzano l'anima ...
    La serenità si diffonde
    e diventa
    piacere di vivere ancora...

  • #24

    Mariolieto (martedì, 26 settembre 2017 22:15)

    VOCI AMICHE... GIBA

    Ci hai invitato
    con voce suadente
    e maniere gentili...
    Ci hai accolto
    ascoltati e capiti.
    Con te e grazie a te
    siamo cresciuti nel bello
    nel buono e nel vero.
    Ci hai trasformati
    in Amiche ed Amici
    inseparabili
    nel convinto colloquio
    in libertà di pensiero
    e di sentire...
    A te grati... GIULIANO.

  • #23

    Mariolieto (venerdì, 22 settembre 2017 15:08)

    AUTUNNO

    Prime ombre silenti
    prime foglie portate dal vento
    prime sensazioni
    di un riposante sentire
    che mi accarezza dentro
    dove raccolgo le mie messi
    di semi seminati
    lungo tre stagioni...
    Stagione della distensione
    della meditazione
    del conforto.

  • #22

    Mariolieto (mercoledì, 20 settembre 2017 18:11)

    ... terzo millennio in balìa di chi non si sa...

    madri senza figli
    figli senza madri e padri
    figli non procreati geneticamente
    figli in balìa di genitori fittizzi
    figli inesistenti per la legge
    procreati da mani chirurgiche
    e non da un amore partecipato...
    Famiglie rabberciate e stracciate
    persone sole che vagano nell'universo
    senza potersi tenere per mano
    amorevolmente...

  • #21

    Stelvia (mercoledì, 20 settembre 2017 13:58)


    La tua anima graffiata dall’abbandono di quella madre che non ti volle, che nulla e invano valsero le tue preghiere, per quei giorni da pargolo indifeso che lottasti nella culla e giurasti odio al mondo intero.
    Ancora oggi volteggi nello spazio a te dedicato senza meta e senza affetto distruggendo tutto ciò che incontri e che di bello potrebbe sembrarti e per paura di soffrire ancora allontani da te quel dono pieno d’amore. CT

  • #20

    Stelvia (sabato, 16 settembre 2017 18:32)


    Nei sentieri della vita dove le sembianze dell'anima, il cui stampo è ormai antico e sfaldato, trovi riparo TU dolce visione dei tempi andati e solo nei crepuscoli provi a sorridere a quell'immagine che ancora nel buio delle notti gelate sembra apparire.

  • #19

    Stelvia (sabato, 16 settembre 2017 01:33)


    ... In quelle gocce fresche di rugiada cristallina brillavano i tuoi occhi di prima mattina.
    La notte ci aveva accolti e nel suo abbraccio cullati mentre noi si rideva felici ed estasiati
    Le finestre delle stanze accostai e per quel sentiero tortuoso me ne andai...

  • #18

    Mariolieto (venerdì, 15 settembre 2017 21:53)

    ... voci telematiche che giungono da lontano;
    persone che mi accarezzano con parole affidate ad onde magnetiche;
    persone che si rendono compagne del cammino che sto facendo
    rese vive nell'intimo del mio proprio profondo sentire...
    *
    Grato a ciascuna di loro...

  • #17

    Stelvia (venerdì, 15 settembre 2017 20:24)


    Mario, il tuo #16
    Quanta tristezza leggerlo ma nello stesso tempo provo serenità e dolcezza.
    A te devo tanto ed è sempre piacevole sapere che dall'altra parte della montagna, oltre l'Adamello tu ci sei !

  • #16

    Mariolieto (venerdì, 15 settembre 2017 15:30)

    ... quando l'autunno si trasforma nei colori e nelle luci del tramonto penso alla caducità dell'inesorabile vorticoso corso del tempo che per me ha avuto una lontana nascita ma un altro ben diverso traguardo...

  • #15

    Stelvia (venerdì, 15 settembre 2017 14:00)


    Quando il mondo grava sulle spalle, lento vai verso la sera umida, il freddo abbraccia le membra sempre più stanche, gli occhi guardano lontano nel vuoto, è allora che nel cuore una piccola speranza si accende ancora ma stai attento che il vento del nord non la spenga o il nulla sarà per sempre. CT

  • #14

    Marolieto (martedì, 12 settembre 2017 17:43)

    Il soffermarsi a considerare troppo le differenze di vita fra noi e gli altri e il fare solo confronti non fa che rattristare l'esistenza. Le "differenze" a tutti i livelli ed in tutti i settori sono troppo numerose per farle diventare l'ossessione della nostra vita. E ci saranno sempre e nessuno riuscirà mai a renderci tutti eguali, vuoi in Italia che ovunque sotto il sole. Io penso - e ne sono convinto - che se si finisse di pensare a quello che fanno ed hanno gli altri, e ci occupassimo con maggior impegno per le cose di casa nostra - ciascuno al suo posto - si riuscirebbe meglio "a vegnérgne fò / a riuscire nella vita". - Solo tanto per dire!

  • #13

    Stelvia (lunedì, 11 settembre 2017 19:05)


    Non sarà la mia voce ad accompagnarti nel tuo sonno più profondo, nemmeno le mie lagrime bagneranno il tuo cuore, niente e nessuno dirà di te e delle tue gesta valorose. Solo il cielo nella sua immensità, tra cirri e soffi di vento, ti porterà a vagare con sé. L’ultimo raggio di sole ti sarà accanto, ecco quello sarò io.

  • #12

    Stelvia (lunedì, 11 settembre 2017 13:26)


    Non sarà la mia voce ad accompagnarti nel tuo sonno più profondo, nemmeno le mie lagrime bagneranno il tuo cuore, niente e nessuno dirà di te e delle tue gesta valorose. Solo il cielo nella sua immensità, tra cirri e soffi di vento, ti porterà a vagare con sé. L’ultimo raggio di sole ti sarà accanto, ecco quello sarò io.

  • #11

    Mariolieto (domenica, 10 settembre 2017 22:28)

    Al di là dei vetri del mio finestrone della mansarda: una montagna di verde con faggi e conifere ed un pezzo di cielo; poi una serie di tetti di vecchie case cariche di tanto passato. E poi...
    ... poi pioggia e neve, raggi di sole e nuvole che coprono il cielo, e lo schiarire dell'alba e il rosseggiare dei tramonti, e le ombre del crepuscolo e il buio della notte: un alternarsi di una reale compagnia che entra dalla trasparenza dei vetri e si appoggia sulle mie dita che battono leggere alla tastiera...
    Il sempre rinnovantesi meteo diventa un alternarsi di carezze che io "sento" e "vivo" nell'immedesimarmi in ciò che il Creto - attraverso leggerissimi vetri - ora per ora, giorno per giorno generosamente mi dona.

  • #10

    Mariolieto (venerdì, 08 settembre 2017 22:11)

    Nella notte silente, solo in mansarda... Un amico - da facebook - mi annuncia che ha ripreso il cammino verso Compostella... ed io mi sento in cammino con lui, su lande mai calpestate, ma che mi stanno portando verso l'immensità di orizzonti mai raggiunti ma che sento colmi di quella serena interiorità che, a 97 anni, rallegra i miei ultimi passi verso di essi...
    Camminare verso una méta col cuore in mano e i piedi piagati... è la vita.

  • #9

    Stelvia (giovedì, 07 settembre 2017 20:08)


    Fioca, fioca è luce della candela in quell’angolo ormai in penombra, così è la speranza che si spegne mentre i ricordi opprimono la capacità di allungare il pensiero al di sopra della luce dell’aurora e della brezza mattutina.
    Ingratitudine, figlia dell’ignoranza, tormenti l’anima leggera che si raggrinzisce ma non si piega, lei riuscirà a galleggiare e di nuovo a volare.

  • #8

    espero (mercoledì, 06 settembre 2017 10:48)

    Ho camminato attraverso un deserto , sola , orgogliosa di farcela , abbeverandomi alle piccole oasi che comparivano , ma che subito sparivano , affaticandomi , senza chiedere per non ringraziare poi il benefattore che forse desiderava per amore aiutarmi . Ero assolutamente autoreferenziale senza accorgermi di altri che di me stessa.
    Ora che ho seriamente bisogno , mi sento umiliata e non so come procedere. Niente più mi rassicura e mi sento pronta a morire .


  • #7

    espero (mercoledì, 06 settembre 2017 10:43)

    Mi sento la terra che trema sotto i piedi , il cuore che batte forte , un brivido , quasi una scossa , mi percorre la colonna vertebrale , come se qualche cosa dentro di me volesse farsi sentire , uscire fuori. E’ il mio SE’? Compresso per troppi anni vuole farsi conoscere . Ho uno spirito partigiano , come dice mia figlia riferendosi al fatto che forse un partigiano della 2° meta del 1940 avesse ingravidato mia madre . Rimpiango la sincerità dei miei 6 anni , quando la maestra (suora ) , chiese a tutte le allieve che alzassero la mano coloro " che non venivano volentieri a scuola “ . Io , l’unica su 37 bambine , l’ho alzata , creando un silenzio di tomba fra le altre compagne colpite non dalla mia sincerità , ma dalla loro capacità di mentire.
    C’è uno scompiglio dentro di me, fasci di fili interrotti che ricercano la posizione giusta; per fortuna che il cervello è flessibile e si adatta alle esigenze e alle spinte di un amore sincero. Non spaventarti , ma potresti essere tu quella giusta , ma impossibile , connessione. Aiutami a tenere i piedi e la testa saldi ……ESPERO

  • #6

    espero (martedì, 05 settembre 2017 19:40)

    Mariolieto, non so quali pensieri mi gireranno per la testa a 97 anni (se ci arrivo) ! Spero di avvicinarmi e fiutare un poco di serenità , anche se non lo credo. Comunque ti ringrazio del tuo invito !

  • #5

    Mariolieto (martedì, 05 settembre 2017 16:55)

    Non un "pensiero" ma soltanto "considerazioni" che mi suggeriscono le parole incisive e condivise di ESPERO...
    *
    Guardarsi attorno e trovarsi nel proprio passato, e trovarvi quanto si è vissuto anche con ombre, dubbi, incertezze e, magari, pure con la tristezza di aver incontrato, a volte, persone che hanno inciso negativamente sulla propria eistenza...
    ... e trovarsi a 97 anni - nel silenzio isolante ed ovattato di una mansarda, in solitudine - e giungere ad un serenità interiore in cui tutto si placa e si appiana ed anche le persone incontrate le senti unicamente presenti con te solo per il bene che ti hanno donato e per mezzo del quale sono diventato quello che sono. Anche le ansie ed il travaglio dello spirito si sono attenuati e placati, e nuovi amici - grazie alla telematica - sono giunti a farmi cara giornaliera compagnia, necessaria per riempire le 24 ore quotidiane in pace con me stesso ed in gratificante operosità.
    Ovviamente - sempre e solo - con animo grato ad una catena innumerevole di persone e di Qualcuno/Qualcosa che dall'immensità dell'universo sta pensando anche al granello di sabbia ed alla goccia d'acqua che costituiscono la mia persona.

  • #4

    espero (lunedì, 04 settembre 2017 20:31)

    Espero il nome che gli antichi romani davano al pianeta Venere , la prima stella della sera e l'ultima del mattino a scomparire. La chiamavano anche Vespero e noi la chiamiamo Venere.
    Espero è anche il nome di un vento di ponente.
    Perchè questo titolo? Perchè la mia esistenza si è estesa dalla sera alla mattina, inondata da un vento a volte leggero, a volte frizzante, a volte graffiante.E' la storia di una donna nata nel 1949, vissuta a pieno nella 2° parte del '900, secolo la cui anima nel suo complesso è stata disarmante, sia prima che dopo il 1950, anche se per motivi contrastanti.
    Il secolo scorso , è coinciso, un giorno dopo l'altro , con rarissimi periodi di silenzio e di pace che se compresi mi avrebbero lasciato il tempo di pensare ed agire in modo consapevole.

  • #3

    espero (lunedì, 04 settembre 2017 20:29)

    Tutti coloro che mi contattano , sappiano che hanno di fronte , una persona triste, non insoddisfatta . Il termine insoddisfatta ha connotati a volte volgari . Non è il mio caso. L'inconscio ha tracciato per me un solco assai profondo di tristezza e comandato da un super io autoritario , Il mio.Ho peccato contro l'intelligenza che mi stata geneticamente trasmessa perché non ho capito, non capisco e non capirò mai niente , imbrigliata in una ragnatela di dubbi , incomprensioni ed invidie altrui cui ho dato un peso distruttivo che neppure l'analisi mi ha aiutato a superare. Il discorso è molto lungo, ma le lacrime scorrono sul breve tratto delle mie guance e mi bagnano il cuscino‪.

  • #2

    Mariolieto (lunedì, 04 settembre 2017 10:48)

    Tanto per provare ad inaugurare anche questo sito. Non è un pensiero mio, ma che trovo sui "pensieri del giorno", al 4 settembre, sulla mia scrivania:
    «Una vita che non venga in qualche modo utilizzata per dare qualcosa di bello e di buono agli altri non è degna di essere vissuta».a

  • #1

    Stelvia (domenica, 03 settembre 2017 17:17)

    Stelvia (domenica, 03 settembre 2017 11:52)


    Quanto piace giocare al cuore sempre aperto a emozioni: saltella, rotola rimbalza. Quel giorno scattò furiosamente e poi si fermò, solo qualche secondo poi riprese il suo ritmo barcollante. Il respiro si fece pesante, i battiti bussarono alle tempie mentre il tuo sorriso si mescolava col tuo sguardo di pura dolcezza.

    Buona domenica a tutti !